spaccio di sostanze stupefacenti reato Options
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Gli ultimi casi prospettati possono essere definiti di diffamazione aggravata, in quanto ritenuti maggiormente deleteri rispetto alla diffamazione semplice, cioè quella punita con la reclusione massima di un anno.
Si pensi all’articolo di un giornalista che sveli condanna per traffico di droga la condotta moralmente riprovevole di un noto personaggio pubblico, oppure il servizio televisivo che mostri le immagini di Tizio appena arrestato. Dove finisce il diritto di cronaca e comincia il reato di diffamazione?
Il codice penale italiano risale al 1930: all’epoca, la rivoluzione di Net non era nemmeno ipotizzabile.
Inoltre, la stessa gravità ha la diffamazione trascritta in un atto pubblico. In queste ipotesi la diffamazione è punita con la reclusione da sei mesi a tre anni o con una multa non inferiore a euro 516.
Le droghe sono sostanze che variano molto l’una dall’altra. Infatti c’è n’è una varieta molto vasta. Alcune di queste sostanze in Italia, come in Europa e nel resto del mondo, sono considerate leggere e altre sono le cosidette droghe pesanti.
Secondo i giudici, la reputazione non risiede in uno stato o un sentimento individuale, indipendente dal mondo esteriore, né tanto meno nel semplice amor proprio: la reputazione, invece, è il senso della dignità personale nell’opinione degli altri, la stima diffusa nell’ambiente sociale, l’opinione che gli altri hanno del suo onore e decoro [3].
Cosa significa ciò? Vuol dire che il diritto di critica non sfocia nella diffamazione se rispetta i criteri, sopra indicati, della pertinenza (cioè della rilevanza pubblica) e della continenza, non essendo necessario, invece, quello della verità, posto che il diritto di critica si poggia sempre su un’interpretazione soggettiva che il critico fa di un dato fatto.
Quanto appena detto circa la liceità della notizia diffusa a mezzo stampa vale anche quando non si eserciti il diritto di cronaca, bensì quello diverso (ma affine) di critica. Cos’è il diritto di critica?
Per questo motivo essa è ritenuta più grave della semplice ingiuria e, pertanto, a differenza di quest’ultima, la diffamazione è ancora punita con la reclusione.
Vero è che conservare la propria reputazione è importante nella vita sociale. Tuttavia, altrettanta se non più importanza può avere la possibilità di comunicare le proprie conoscenze o le proprie opinioni advertisement altri membri della società, anche quando queste riguardano altre persone.
Opinione comune in dottrina e giurisprudenza è quella per cui non si possa punire il reato a titolo di dolo eventuale. L'agente, dunque, for each essere punibile, dovrebbe agire solo nella certezza dell'innocenza dell'incolpato, essendo non sufficiente a configurare il reato il mero dubbio su ciò.
Il falso incolpato non deve essere l'agente stesso, nel qual caso si ricadrebbe nella diversa fattispecie di autocalunnia.
Questi sono gli elementi fondamentali che devono essere presenti affinché un’azione sia considerata diffamatoria ai sensi della legge italiana.
La giurisprudenza è pacifica sul punto: si deve presumere la sussistenza del requisito della comunicazione con più persone qualora il messaggio diffamatorio sia inserito in un sito Web for each sua natura destinato advertisement essere visitato da un numero indeterminato di utenti, come nel caso di giornale telematico, analogamente a quanto si presume nel caso del tradizionale giornale cartaceo, a nulla rilevando l’astratta possibilità che esso non sia acquistato o letto da alcuno [seventeen].
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